ALLERGIA AL NICHEL
Introduzione
Il nichel è un oligoelemento onnipresente utilizzato per produrre gioielli, parti di macchinari, ingranaggi, monete, tinture ceramiche, porcellane, vetro, terracotta, coloranti per alimenti, detersivi, saponi, cosmetici. La variabilità del contenuto nel suolo varia in funzione del tipo di terreno, dell’impiego di fertilizzanti sintetici e pesticidi, contaminazione del suolo con rifiuti industriali e urbani, distanza dalle fonderie di nichel. Essendo variabile il contenuto nel suolo e nell’acqua, il contenuto di nichel nei tessuti vegetali è altrettanto variabile. Inoltre, il nichel aumenta in primavera e autunno e dimezza durante l’estate. Il contenuto di nickel nella normale dieta è fortemente influenzato dalla localizzazione geografica e dalla concentrazione di nichel nel terreno oltre che dal rapporto nella dieta fra il consumo di alimenti vegetali ed animali nonché dalle locali abitudini alimentari. Secondo dati pubblicati dal sistema europeo di vigilanza sulle allergie da contatto (ESSCA) nel 2004 la prevalenza dell’allergia al nichel nella popolazione generale attualmente segnalata è dell‘15-20% in Europa, più alta in Italia, dove si stima sia del 32,1%. L’aumento è dovuto alla maggiore diffusione di pratiche come piercing e tatuaggi (il nichel è impiegato per la produzione di alcuni dei colori utilizzati). La prevalenza fra le donne è più alta (15-20%) sia per l’abitudine a forare i lobi delle orecchie fin da piccole sia per il fatto di indossare articoli di bigiotteria con conseguente stretto contatto della cute con il metallo. Nell’uomo maggiormente responsabili di sensibilizzazione sono i motivi professionali. Il rapporto femmine/maschi è elevato a favore delle donne e varia da 3:1 a 14:1.
Manifestazioni cliniche
La risposta immunitaria scatenata dal nichel è molto importante e di solito si manifesta sotto forma di dermatite allergica da contatto (DAC), caratterizzata da eczema limitato alle zone di contatto con il metallo, accompagnato talvolta da formazione di vescicole, desquamazione e prurito. Nei soggetti in cui, invece, i problemi non si presentano solo a livello delle zone di contatto ma anche in altre parti del corpo come le pieghe dei gomiti, il collo, la parte interna delle cosce, la pianta dei piedi, le palpebre e la zona oro-genitale e talvolta presentano anche sintomatologia gastrointestinale (dolori addominali, stipsi, meteorismo, vomito) allora si parla di sindrome dell’allergia sistemica al nichel (SNAS).
La diagnosi di allergia al nichel per la dermatite allergica da contatto si fa tramite Patch test, mentre risulta molto più complicata la diagnosi di SNAS, per la quale è necessaria una prima fase di eliminazione del nichel seguita dal test di provocazione orale.
Sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS) e dieta
La dieta a basso tenore di nichel è difficile da elaborare, per via del contenuto variabile del minerale negli alimenti, ma possono essere forniti i seguenti accorgimenti:
– Evitare cibi che hanno sempre e comunque un elevato contenuto di nichel (sopra i 200 µg)
– Carne, pesce e uova possono essere consumate senza problemi, fatta eccezione per alcuni pesci come tonno, aringa, sgombro, salmone, bivalvi e alcuni crostacei come aragosta
– Il latte ha contenuto ridotto di nichel, quindi latte e latticini possono essere consumati liberamente
– Tra i cereali è possibile consumare prodotti a base di riso brillato e frumento raffinato, evitando cereali integrali e in particolare l’avena
– Il consumo di verdure come patate, cipolle e aglio deve essere modesto
– Quando si preparano le verdure a foglia è preferibile scegliere foglie giovani, scartando le più vecchie, nelle quali in genere è presente un maggior contenuto del metallo
– Banana, mele e agrumi hanno un ridotto contenuto di nichel
– Tè, caffè, sempre molto leggeri, devono essere consumati in quantità modesta. È da preferire il tè bianco
– Margarine e prodotti da forno industriale, che contengono oli vegetali idrogenati, devono essere eliminati
– Evitare integratori che contengono nichel
– Eliminare i prodotti in scatola o alimenti conservati in contenitori metallici che possono liberare nichel a contatto con del cibo rischio che aumenta quando il cibo è leggermente o decisamente acido
– Prediligere alimenti conservati in recipienti di vetro
– Evitare la cottura dei cibi al cartoccio
– Evitare di utilizzare pentole, padelle, tegami, utensili, e posate in leghe contenenti nichel, che potrebbero rilasciare ioni del metallo nel cibo, specie con cotture prolungate e in presenza di alimenti acidi. scegliere utensili in ceramica o altro materiale che non contiene nichel. Utilizzare tegami in teflon o in vetro.
– Evitare di bere la prima acqua che fuoriesce dal rubinetto, potenzialmente ricca di nichel, lasciando correre per almeno una decina di secondi
– Utilizzare sempre i guanti per evitare il contatto diretto quando si usano agenti candeggianti, detergenti e tinture per capelli, colori, smalti e oli minerali, fertilizzanti chimici, cemento e cosmetici.
Esistono particolari condizioni che possono modificare l’assorbimento di nichel a livello intestinale che possono essere sfruttate:
– La vitamina C, il succo di agrumi, il latte possono ridurre l’assorbimento di nichel
– Un buon apporto di ferro con la dieta può ridurre l’assorbimento di nichel
– Una condizione di carenza di ferro o di anemia, la gravidanza e l’allattamento determinano invece un netto aumento dell’assorbimento di nichel: in questo caso è necessario adottare precauzioni ancora maggiori nella selezione e nella preparazione degli alimenti consumati.
Per 4-6 settimane o comunque fino alla remissione dell’80% della sintomatologia, il paziente dovrà eliminare i cibi ad alto e medio contenuto. In caso di mancata remissione della sintomatologia (cutanea, gastrointestinale o altro) si escluderà la diagnosi di SNAS.
Alcuni autori hanno messo a punto una dieta specifica, la BraMa-Ni appositamente studiata per ridurre l’apporto giornaliero di nichel al di sotto dei 50μg/die. I pazienti hanno dimostrato una eccellente aderenza alla dieta BraMa-Ni, migliore rispetto alle comuni diete con liste di eliminazione. Essa viene utilizzata come dieta di esclusione per la diagnosi di SNAS prima dell’esecuzione del test di provocazione orale con nichel. Nei pazienti che hanno seguito la dieta si è assistito ad una riduzione significativa dei sintomi riportati durante la fase di anamnesi, che sono poi prontamente ricomparsi durante la successiva fase di provocazione con dosi standardizzate di nichel, somministrate in doppio cieco e in quantità crescenti. In virtù della perfetta aderenza e della capacità di ottenere la remissione dei sintomi, tale dieta può essere utilizzata anche a scopo terapeutico in una prima fase di eliminazione.
Conclusioni
Risulta fondamentale evitare diagnosi e diete fai-da-te per l’elevato rischio di seguire diete troppo sbilanciate e a rischio di carenze nutrizionali. È necessario, dunque, il supporto di professionisti preparati che possano valutare l’opportunità o meno di una dieta priva di nichel.
Bibliografia
• Falagiani P, Di Gioacchino M, Ricciardi L, Minciullo PM, Saitta S, Carni A, Santoro G, Gangemi S, Minelli M, Bozzetti MP, Massari S, Mauro S, Schiavino D. Systemic nickel allergy syndrome (SNAS). A review. Rev Port Imunoalergologia 2008; 16 (2):135‐147.
• Monografia WHO sul nichel
• Sharma AD (2007) Relationship between nickel allergy and diet. Indian J Dermatol Venereol Leprol 73:307– 312