ENDOMETRIOSI
Che cos’è
L’endometriosi è la presenza di endometrio, mucosa che normalmente riveste esclusivamente la cavità uterina, all’esterno dell’utero e può interessare la donna già dal menarca e accompagnarla fino alla menopausa.
Si tratta di una patologia cronica che colpisce oltre 3 milioni di donne in Italia ed interessa circa il 30-50% delle donne infertili o che hanno difficoltà a concepire.
Si tratta di una malattia invalidante: infatti, pur essendo una condizione benigna, comporta spesso sintomi cronici invalidanti (dolore pelvico cronico e severo, mestruazioni e rapporti sessuali dolorosi, intestino irritabile, gonfiore addominale, disuria, cefalea, fatica cronica) che compromettono la qualità di vita della donna, dal punto di vista non solo fisico ma anche sociale, psicologico e lavorativo, e nel 30-40% dei casi è associato a infertilità.
Le cause dell’endometriosi sono ancora poco conosciute: alcuni fattori di rischio sembrano essere la giovane età e la familiarità con la malattia.
Diversi fattori contribuiscono all’insorgenza di un microambiente infiammatorio che supporta lo sviluppo della patologia e favorisce l’insorgenza del dolore e dell’infertilità. Il tessuto endometriale produce localmente citochine e chemochine anti-infiammatorie che richiamano neutrofili, macrofagi, monociti, eosinofili e linfociti T. La cronicizzazione dell’infiammazione sensibilizza le fibre nervose che innervano le lesioni endometriali e i neuroni sensitivi primari, determinando sensibilizzazione periferica, iperalgesia, sensibilizzazione centrale, e favorisce la neuroangiogenesi, che a sua volta costituisce un link diretto tra le lesioni endometriali e le fibre nervose sensitive. La modulazione della sintesi e l’iperespressione delle citochine pro-infiammatorie e degli altri mediatori, nonché il controllo dello stress ossidativo, svolgono quindi un ruolo fondamentale nel trattamento del dolore e della prevenzione delle complicanze dell’endometriosi, come l’infertilità.
Trattamenti
La terapia medica o chirurgica dipende dalla gravità dei segni e dai sintomi. Se i disturbi sono lievi può non essere necessario sottoporsi a delle cure mediche, ma occorre tenere sotto controllo i disturbi e la loro evoluzione nel tempo. È importante consultare il proprio medico curante e/o ginecologo per la terapia più appropriata.
Una dieta equilibrata può contribuire in maniera determinante alla riduzione della sintomatologia e dell’infiammazione. Vediamo assieme i punti principali:
- Incrementare il consumo di alimenti contenenti fibre, quali verdure, cereali integrali, legumi, frutta e semi oleosi;
- Assicurarsi un buon apporto di acidi grassi omega 3 consumando pesce azzurro, frutta a guscio e semi (di chia, di lino, di girasole, di zucca) che contribuiscono ad aumentare la produzione di prostaglandina PGE1;
- Ridurre il consumo di carne rossa, preferendo quella bianca;
- Ridurre l’assunzione di alcol, limitandosi ad una unità alcolica al giorno preferibilmente vicino ai pasti;
- Limitare la caffeina e il fumo di sigaretta.
Per quanto concerne il glutine, i risultati in letteratura sono contrastanti. In uno studio è emerso che una dieta priva di glutine potrebbe contribuire alla riduzione del dolore pelvico cronico in pazienti affette da endometriosi; tuttavia, sono necessari ulteriori studi ed una casistica più ampia per confermare questo dato. Attualmente, le linee guida consigliano di evitare di eliminare completamente il glutine dalla propria dieta se non si è affetti da celiachia o da un’intolleranza diagnosticata.
Conclusioni
L’endometriosi è una patologia che può rendere molto difficile la qualità di vita della donna, sia dal punto di vista fisico sia dal punto di vista psicologico. Spesso, infatti, è necessario il coinvolgimento di più figure specialistiche per un adeguato trattamento. Uno stile di vita sano può sicuramente contribuire alla riduzione della sintomatologia spesso invalidante.
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